Un mare di sorprese

Tra i posti nel Mondo più famosi ed apprezzati dai fotografi subacquei c’è senz’altro lo Stretto di Lembeh: un canale largo 2 km e lungo 12 km, che separa la costa nord orientale dell’isola di Sulawesi, nell’arcipelago indonesiano, dall’isola di Lembeh

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Questo tratto di mare, qualche anno fa, era salito alle cronache del grande pubblico per la massiccia presenza di spazzatura antropica, fiumi di plastiche che scorrevano in superficie ed a varie profondità lungo il canale, con immagini che hanno fatto il giro del Mondo e che hanno inorridito tutte le persone sensibili agli aspetti ecologici e al degrado ambientale. Fortunatamente in questi ultimi anni, soprattutto per favorire il turismo, il governo locale e le associazioni ambientaliste sono intervenute, cercando tra le altre cose, di sensibilizzare la popolazione locale e introducendo una educazione su tali temi in età scolare, organizzando anche delle giornate di raccolta di spazzatura lungo le spiagge con la fondamentale partecipazione di giovani studenti. La situazione è senz’altro migliorata ma questo inquinamento, pur avendo comportato per la fauna locale grande stress, al contempo ha creato nuove nicchie ecologiche, aggiungendo ulteriori spunti di interesse alla già ricca fauna marina ed alla sua grande biodiversità. Oggi lo Stretto di Lembeh può essere considerato una delle capitali mondiali della macrofotografia subacquea: la Mecca delle “muck diving”. Così vengono comunemente chiamate questo genere di immersioni nei fondali sabbiosi, frequentemente di origine vulcanica, alla ricerca di minuscole e talvolta rarissime creature marine.

Oltre alle innumerevoli specie di nudibranchi, alle varie specie di pesci rana e cavallucci marini pigmei, alla decina di specie diverse di polpi ed alle numerosissime specie endemiche, lista che già basterebbe per considerare magico questo luogo, si aggiungono questi incredibili adattamenti alle nuove nicchie ecologiche. Di conseguenza è piuttosto frequente poter osservare minuscoli pesci gialli che spuntano da un collo di bottiglia, o polpi che hanno fatto di un barattolo la loro casa durante la cova delle uova, o cavallucci marini in corrente teneramente aggrappati a qualche scarto della nostra quotidianità.

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