Le motivazioni psicologiche.
L’immersione nelle profondità del mare, come citano alcuni testi, può considerarsi una risposta alle esigenze del nostro inconscio di recuperare un rapporto primordiale che ci riporta al nostro stato originale, cioè alla condizione intrauterina dove la vita, appunto, si svolge nell’acqua.
Questa connessione fra l’inizio della vita e l’elemento liquido facilita lo sviluppo di una naturale acquaticità, facilmente riscontrabile osservando la tranquillità di un bimbo di pochi mesi quando si trova in acqua a stretto contatto con i suoi genitori, e alla sua spontanea interruzione della respirazione appena il viso entra in contatto con l’acqua.
L’immersione subacquea, svolta in apnea o con l’autorespiratore, rappresenta pertanto l’occasione per ritrovare quelle sensazioni di quiete e serenità spesso dimenticate nel corso degli anni, con un impatto positivo sul nostro stato di benessere psico-fisico e sulle capacità di gestione del nostro autocontrollo.
Offre altresì piacevoli sensazioni come quelle di interagire in un mondo esente da rumori e di sentirsi parte integrante di un universo non proprio. Rafforza la capacità di autocontrollo, dona sensazioni di pace e positività impresse dalle azzurre tonalità del mare e dai caleidoscopici colori osservabili durante le esplorazioni delle sue meraviglie sommerse.
La subacquea svolge, nei seguenti due modi, anche un importante ruolo sociale:
- Attraverso la presenza nel territorio di numerosi circoli ricreativi, dove i subacquei trovano risposte al loro desideri di aggregazione, si confrontano e svolgono varie attività di tipo associativo;
- Essendo oggi la subacquea connotata da aspetti più ricreativi che sportivi, grazie ad alcune didattiche specializzate la pratica di questa attività è stata allargata anche alle persone con disabilità, con tutte le ripercussioni psicologiche positive immaginabili.
Le motivazioni fisiche.
Sono diverse le ragioni che differenziano l’attività subacquea da altre discipline sportive. Ad esempio, età, sesso e forza fisica non sono elementi rilevanti. Gli anni 70 e 80, nei quali la subacquea era destinata soprattutto ai soli uomini “macho”, sono fortunatamente passati e oggi tali caratteristiche discriminanti non sono più contemplate.
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