Scatti in sequenza

Nella prima decade del XX secolo, l’avanzamento tecnologico permise la stampa di fotografie nelle riviste.

Fotografie di moda apparvero per la prima volta nel 1909, sulla rivista francese “la mode practique”.

sequenza

Successivamente l’attenzione si spostò dall’Europa negli Stati Uniti, dove si fecero notare alcuni fotografi, che diedero una ulteriore svolta al modo di approcciarsi a questo tipo di riprese; abbandonando schemi e pose rigide e dando maggiore libertà ai soggetti dei loro lavori, che venivano ritratti in atteggiamenti più naturali.

Attualmente i fotografi di moda scattano centinaia di foto durante un reportage fotografico, per cogliere l’attimo in cui le modelle si trovano in una condizione/atteggiamento/espressione del viso, ideali.

Col passaggio dall’analogico al digitale, anche nella fotosub è diventato possibile avere a disposizione un numero praticamente illimitato di scatti; questa condizione ci lascia ampia e totale libertà di azione.

Fatta questa premessa veniamo all’argomento di questo articolo.

Ci sono diverse ragioni per effettuare scatti in sequenza, la prima e più ovvia (un po’ come per le foto di moda), è di avere diverse immagini del medesimo soggetto/situazione, magari praticando un po’ in “Bracketing”, per poi scegliere gli scatti migliori.

In secundis, in caso di soggetti particolarmente interessanti, ma con i quali l’approccio si presenta solitamente difficile, si possono eseguire scatti in avvicinamento fino a quando il nostro soggetto ce lo permette; in questo caso potremmo arrivare a … “tiro” fotografico e quindi ottenere l’effetto voluto; in caso contrario avremo almeno qualche immagine accettabile, anche se non a distanza ottimale.

Ci possono ovviamente essere diverse altre motivazioni, ne cito tre.

L’articolo completo è su Scubazone n. 43

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