relitto Terni

Se ripenso alla mia “carriera subacquea” iniziata nel 1986, mi tornano in mente un sacco di storie ed aneddoti, da allora, ne è passata di acqua e la subacquea stessa è cambiata in modo repentino.

relitto terni

In mezzo a tanti ricordi, uno rimane alquanto stabile e costante, è “u Vapuri”, così come lo chiamavano i vecchi sommozzatori di allora, la cosidetta Motonave Terni. È il relitto di casa per eccellenza, in verità è anche l’unico, così come scoprirò nell’arco degli anni.

Quando mi portarono per la prima volta sul relitto era il 1987, allora ero giovane, inesperto ed anche fresco di brevetto, ma gli “anziani” della mia scuola subacquea, ritenevano che era giunto il momento di “battezzarmi”. Allora la trasferta avveniva a bordo di barchette per pescatori, prestate ed adattate alla subacquea, oggi, tutto è cambiato, basta un piccolo gommone ed in men che non si dica si arriva sotto la famosa Timpa di Acireale, un ripido costone di roccia vulcanica che strapiomba sul mare ionico.

Alla base di questa immensa parete ricca di vegetazione mediterranea, giace il nostro Terni, un mercantile che ebbe la sfortuna di essere utilizzato per scopi militari e di navigare nel posto sbagliato nel momento sbagliato. I resoconti della marina britannica ci raccontano che, quando il mercantile si trovava circa al traverso di Capomulini, venne intercettato e silurato dal sommergibile Unison, comandato dal Lieutenant Daniels , l’epilogo fu tragico ed in men che non si dica la Motonave Terni si ritrovò ad effettuare un’ultima disperata manovra per non affondare, in pratica, mise la prua contro la costa e provò ad arenarsi su un basso fondale, filando l’ancora nel tentativo disperato di incagliarsi. Evidentemente la fortuna non fu dalla sua parte, infatti dopo un po’ di peripezie, il Terni scivolò inesorabilmente verso il fondo, lungo la parete, sino a fermare la sua agonizzante corsa sul fondale sabbioso a 40 metri.

Leggete l’articolo completo su Scubazone n. 33

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