Le autorità australiane hanno approvato un progetto che prevede il dragaggio e lo smaltimento di sedimenti per la costruzione di un immenso canale. Dove? Ma nel parco marino della Grande Barriera Corallina, ovviamente! Nel cuore della colonia di organismi viventi più grande al mondo.
La decisione è stata presa dalla Great Barrier Reef Marine Park Authority. A nulla sono valse le insistenze degli scienziati per fermare il progetto in quanto il sedimento prodotto potrebbe soffocare o avvelenare il corallo. Già l’anno scorso l‘UNESCO aveva avvertito che la Grande Barriera potrebbe essere collocato nella lista del patrimonio mondiale dei siti in pericolo, a meno che non si prendano misure per migliorare la qualità delle acque.
Invece, come ormai accade sempre, hanno vinto le aziende che vogliono utilizzare Abbot Point, a sud di Townsville nel Queensland, per esportare riserve di carbone dalla Galilee Basin e farne il più grande terminale del mondo per il carbon fossile. Le autorità hanno promesso controlli severi, specificando che la zona dove è stato previsto lo smaltimento (leggi affondamento) dei residui del dragaggio è una zona che contiene sabbia, limo e argilla, e non coralli o praterie di fanerogame.
Come se il mare fosse una pozzanghera non interconnessa con altri corpi d’acqua.
Eccone un’altra di quelle dove già ti figuri un piccolo omino con un elmetto giallo che guarda giù e fa:
“Accidenti che casino! E chi se lo immaginava?”
Certo, chi se l’immaginava? come con la DeepwaterHorizon, il global warming…
fonte: BBC
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