Beoufort 6, Beoufort 7, Beoufort 5… “Come sono le previsioni domani?”, “Sempre peggio!”. Ci si trova al Diving alle ore 8.30 per un aggiornamento di giornata, si monta, si smonta, si aspetta l’appuntamento delle 18 per il nuovo bollettino metereologico che, però, non migliora mai. Cresce l’attesa, crescono le onde e anche la tensione, a tratti davvero palpabile. Colpa di nessuno, il vento è sovrano nelle Cicladi.
Sono quattro giorni che il team patisce l’impossibilità di uscire in mare. I due giorni precedenti sono stati caratterizzati dallo sconforto totale nel vedere la suddetta scala passare da giallo ad arancione, poi a rosso, finché per un attimo è comparso perfino il viola. Fortunatamente il team è affiatato e nascono idee strambe che a volte prendono piede, come quella che abbiamo portato a compimento oggi.
Due giorni fa, nel mezzo della tempesta, alcuni di noi si sono recati qualche chilometro a Sud rispetto alla nostra base alla ricerca di un relitto esplorabile partendo da terra. Abbiamo dapprima cercato il possibile punto di impatto con la secca: essendo il mare formato, è stato facile individuare la schiuma bianca delle onde che frange di continuo sul cappello del reef. Successivamente abbiamo trovato le coordinate GPS del punto in cui giace il relitto e infine abbiamo eseguito la mappatura dei punti di accesso per poter entrare, ma soprattutto uscire dall’acqua in sicurezza, date le condizioni sostenute del mare. Ieri le condizioni erano impraticabili, oggi ci aspettavamo parecchia corrente e così è stato, ma almeno abbiamo avuto l’occasione di rientrare in acqua dopo qualche giorno di fermo forzato. L’immersione è effettuabile di norma con una barca d’appoggio, ma date le attuali e particolari condizioni climatiche quest’ipotesi è stata scartata ancor prima di essere proposta.
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