C’era una volta un pianeta azzurro. Era il terzo iniziando a contare da una stella chiamata Sole. Era azzurro perché la sua atmosfera e i suoi oceani erano limpidi, e la radiazione blu è l’ultima a sparire quando attraversa un fluido trasparente. Adesso è ocra e grigioverde, e sapete perché? Tutta colpa di una scimmia che un tempo viveva laggiù.
Pur avendo un solo cervello, quella scimmia si definiva intelligente. Non che fosse del tutto stupida, bisogna ammettere che era molto capace. Ma le scimmie, si sa, sono bravissime soprattutto a far danni. Quella scimmia lì iniziò molto presto. Quando scoprì il fuoco e credette di poterlo gestire, incendiò la savana. Ma non si diede per vinta, se ne andò in cerca dei semini che più gli piacevano e li sparse sul terreno annerito, ormai libero da arbusti. Dato che ne nacquero una caterva, di piantine, decise di riutilizzare i semi delle spighe più grandi, o che ne producevano di più, e così via. Era nata l’agricoltura e la manipolazione genetica.
Scoprì presto che non gli andava di lavorare da sé tutto quel terreno, così fece fare il lavoro agli animali. Erano ovviamente erbivori, i grossi carnivori non erano per niente propensi al farsi mettere un giogo al collo per trascinare aratri in giro. Ora però toccava foraggiarli, toccava fare altro spazio per far crescere le piante di cui si nutrivano. Detto fatto, ricominciò a bruciare savane e ad abbattere boschi. Presto i capi-scimmia divennero così ricchi e potenti che si fecero costruire missili e astronavi gigantesche per andare a trovare gli dei del cielo. Per costruirle, però, servivano molte braccia, e i buoi non erano così bravi nelle costruzioni, quindi catturò altre scimmie per fargli fare il lavoro. Purtroppo, però, quelle astronavi non si mossero mai. Le avevano fatte di pietra, pensate un po’. Avevano completamente sbagliato materiale.
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