La prossima settimana Michele Geraci, già recordaman, tenterà il nuovo record del mondo di profondità.
Una breve intervista all’alba del nuovo record, a cura di Massimo Boyer
Allora, pronto per questa nuova avventura? Immagino che tu ti sia allenato molto. Cosa vuol dire allenarsi per battere il record del mondo di profondità? Quante immersioni fai a quelle quote?
Si proprio un avventura, dietro questo tuffo ci sono anni di preparativi, dodici ore che riassumono una vita dedicata alle immersioni profonde.
Ho tenuto in considerazione tre aspetti primari: allenamento fisico, studio dell’attrezzatura necessaria, pianificazione dell’immersione.
Il grosso problema per questa disciplina è la gestione della narcosi, anche l’elio purtroppo diventa narcotico (HPNS) ad elevate pressioni parziali, per tenerlo il più possibile sotto controllo bisogna tenere molto bassa l’anidride carbonica (discorso simile anche per l’azoto). Ma tenere bassa la CO2 a 35 atm con 5 bombole sulla schiena è impegnativo.
La mia scelta è stata quella di avvicinarmi al mondo dell’apnea agonistica, chi meglio di un apneista è in grado di tenere bassa la CO2 e il ritmo cardiaco anche durante una pinneggiata?
Non penso di aver scoperto l’acqua calda, già i nostri maestri ci insegnavano questo ed oggi sono ancor più convinto che per affrontare in sicurezza le immersioni con ARA bisogna avere solide basi apneistiche.
Non faccio avvicinamento alla profondità, per lo meno quella assoluta, mi sono allenato molto alle profondità narcotiche equivalenti in aria che penso dovrò affrontare.
Com’è il Mediterraneo a 300 metri di profondità? Cosa si vede di interessante laggiù? Forme di vita particolari? Incontri strani? Raccontaci di qualcosa che hai visto.
A differenza dello scorso record, dove ho esplorato un sito fino a 212m e visto diverse cose interessanti, questa volta il mio sguardo sarà nel nulla, rivolto al buio delle oscurità, rimarrò appeso ad un cavo teso ed il piattello indicante la profondità massima sarà lontano dal fondo della fossa di Bordighera.
A dirti la verità spero proprio di non vedere nulla, incontri particolari metterebbero a dura prova le tecniche respiratorie e di rilassamento che ho imparato.
Penso che durante la discesa, considerando il controllo degli strumenti e di tutti i parametri, i cambi di miscele, ti resti poco tempo per pensare. Al contrario durante le quasi 12 ore di risalita come passi il tempo? A che pensi?
Si hai ragione la discesa sarà una fiondata strumentale, con la testa concentrata esclusivamente sul controllo dei parametri, ma anche in risalita le cose da fare saranno molte, dovrò cambiare 4 bibombola alle quote 90,60,45,30, dai 21 metri passerò ad un rebreather a circuito chiuso fino ai 9m e poi 4 ore di ossigeno dai 6m, forse solo in queste ultime quattro ore potrò rilassarmi e pensare a qualcosa di diverso dal rispetto del planning, ma sinceramente non so quali pensieri mi avvolgeranno…
Il precedente record: info
Gli saremo vicini anche durante il record, FORZA MICHELE!
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