La nostra terra ha un cuore caldo.
I vulcani, sono i punti dove il magma sotterraneo esce alla superficie, a volte con fenomeni eruttivi spettacolari. E questo più o meno lo sappiamo tutti. Ma accanto ai vulcani esiste un vulcanismo detto secondario, che si realizza quando masse calde di magma riscaldano falde di acqua sotterranee o gas intrappolati nella crosta terrestre, causandone la fuoriuscita a volte con risultati spettacolari (pensiamo ai geyser). Le sorgenti di acque termali, calde e ricche di minerali, sono forse meno eclatanti ma in fondo più gradevoli.
Anche i fondali marini hanno fenomeni vulcanici imponenti, anche se meno noti, almeno al grande pubblico. E hanno fenomeni in tutto assimilabili alle terme che noi conosciamo. Si tratta di sorgenti di acqua calda e mineralizzata, che di solito ospitano ricche e diverse comunità batteriche. Il più delle volte i batteri sono capaci di demolire composti chimici, come il solfuro di idrogeno (responsabile della puzza di uovo marcio che i frequentatori di terme conoscono) ricavandone energia, attraverso un processo noto come chemiosintesi. A partire dagli anni ’70 la scienza si interessa a queste sorgenti termali sottomarine, dopo le prime scoperte spettacolari di sorgenti profonde, ricoperte da animali stranissimi ed endemici che si nutrono filtrando queste acque sature di batteri.
E veniamo a noi. Isola di Bangka, Nord Sulawesi.
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