A testimonianza degli scambi commerciali che avvenivano in Mar Rosso sin dall’antichità, nel 1992 sono state rinvenute, nella laguna di Sataya, venti anfore romane adagiate su un fondale sabbioso a -12 metri di profondità. Si ipotizza che le anfore fossero destinate al trasporto d’acqua dolce e derrate alimentari per il sostentamento degli uomini addetti all’estrazione delle olivine sull’isola di Zabargad.
Sono arrivato pochi giorni dopo il ritrovamento, per partecipare ad una crociera organizzata dalla Compagnia del Mar Rosso, dedicata alla ricerca di nuovi siti di immersione nel Sud dell’Egitto.
Ovviamente il programma prevedeva anche una visita alle anfore ed un pernottamento in laguna.
Abbiamo raggiunto Sataya un po’ tardi e il sole cominciava la sua discesa verso l’orizzonte; inoltre a causa delle condizioni del mare fuori del ridosso, l’acqua in laguna era un po’ opalescente.
Scendo in acqua in fretta e furia con il mio Buddy che avevo dotato di un faro da 20 watt. Date le condizioni dell’acqua impiegare il flash sarebbe stato un disastro e quindi decido di fotografare a luce ambiente. L’utilizzo di una luce ausiliaria si è rivelata utile per la “leggibilità’” del sub sullo sfondo, la cui sagoma risultava un po’ “velata” dalla opalescenza dell’acqua ed inoltre la presenza di un soggetto umano ha contribuito ad equilibrare lo spazio di acqua sopra le anfore. La cosa più complessa nella realizzazione di questa immagine è stata valutare la luce ambiente mediando tra la parte più scura delle anfore ed il controluce. Obiettivo 20mm. – Luce ambiente.
Per Luci Ausiliarie si intendono tutti quei sistemi di illuminazione che vengono messi in campo, al di là di quelli impiegati direttamente dal fotografo.
Possono essere flash con cavi lunghi, collegati alla fotocamera o a una fotocellula.
Flash autonomi con scatto in slave in mano ad un collaboratore o posti su cavalletti.
Illuminatori a luce continua.
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