Chiara ha 4 anni, e comincia a nuotare. I suoi genitori gestiscono un diving center in Indonesia, e Chiara è stata proiettata in questo progetto, ha dovuto ritagliarsi una sua parte, ci è riuscita.
Si è integrata bene in un mondo molto diverso da quello degli altri bambini Italiani, parla Indonesiano con una forte cadenza Manadonese, spesso segue i genitori sulla barca diving, dove tutti i barcaioli hanno un occhio di riguardo per anak bos, la figlia dei boss, e la controllano quando i genitori sono in immersione.
Ogni tanto annuncia «Vado a fare snorkeling». Senza la maschera nuota a “cagnolino”, col collo rigido fuori dell’acqua, come tutti i bambini del mondo quando imparano, ma quando indossa la maschera e lo snorkel e mette la faccia in acqua per guardare il mondo subacqueo il suo corpo si orizzontalizza perfettamente nell’acqua, e così Chiara inizia a fare conoscenza con gli strani esseri che vivono là sotto, che gli altri bambini della sua età non possono nemmeno immaginare, con i nudibranchi, con i gamberetti, con i pesci fantasma e con il frogfish.
Chiara ha 6 anni. Siamo all’inizio del nuovo millennio, non esiste molta letteratura in italiano sull’argomento, ma leggendo un testo in francese della ANMP (Association Nationale de Moniteurs de Plongée) sulla plongée enfants che abbiamo comprato a un festival di Antibes, troviamo delle tabelle con tempi e profondità da seguire per permettere ai bambini di fare le prime esperienza subacquee.
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