Se si pensa al Sudan, viene subito in mente una terra arida e selvaggia, con immensi deserti e grandi savane. È il più vasto paese africano, oggi purtroppo martoriato da guerre e carestie, ricco di tradizioni e culture, pieno di storia come le rovine archeologiche, presenti nel nord del Paese, ne sono testimonianza. Si affaccia su un ampio tratto del Mar Rosso con le sue magnifiche isolette e con uno dei reef più belli al mondo. Un paradiso per i sub, dove si possono incontrare banchi di squali martello e, se si è particolarmente fortunati, anche squali tigre e balena. In questo contesto è anche possibile effettuare un’immersione unica nel suo genere, quella sul relitto dell’Umbria.
L’Umbria è sicuramente uno dei relitti del secolo scorso più interessanti e relativamente facili da visitare, grazie ad una profondità accessibile ad ogni grado di esperienza subacquea.
Il suo affondamento, inoltre, ha una vicenda non particolarmente drammatica o carica di lutti, come invece spesso capita nel caso di altri relitti di questa portata, e ciò costituisce un motivo in più per scoprire ogni angolo della nave. Perché di questo si tratta: una grande nave mercantile con una stazza di 10.128 tonnellate, una lunghezza di 155 metri ed una larghezza di 18 metri; con un motore a triplice espansione di 4300hp e 2 grandi eliche a 4 pale. La sua storia ha inizio nel 1911 ad Amburgo. Varata con il nome di Bahia Blanca per operare in Argentina, venne poi acquistata nel 1935 dal governo italiano che gli cambiò nome in “Umbria” e la destinò al trasporto truppe.
Nel 1940 ebbe la missione di portare in Eritrea un ingente carico di merce, tra cui varia attrezzatura militare: bombe, proiettili, pistole ed anche alcune automobili, le mitiche “Balilla” Fiat 1100. Dopo aver passato il canale di Suez, l’Umbria cominciò ad essere seguita da alcune navi degli Alleati: l’inglese Grimsby e la neozelandese Leander che, con la scusa di un controllo anti-contrabbando, bloccarono il viaggio dell’Umbria a poco più di tre miglia dalla costa sudanese. Il giorno seguente, il fatidico 10 giugno 1940, il comandante Lorenzo Muiesan, tornato alle 17.00 ora locale in cabina dopo il controllo della nave, ascolta via radio una trasmissione straordinaria da Addis Abeba che annunciava “per le truppe dell’impero e gli operai dell’AOI” la proclamazione della guerra, con “inizio delle ostilità alle ore 24,00”.
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