Nel mono dei viaggi, e non solo in questi tempi pandemici, si sente sempre di più parlare di “turismo di prossimità” staycation, “glamping”, il campeggio chic, e -ancora- “bleisure”, ovvero l’arte di combinare viaggi di lavoro con viaggi di piacere.
Ma c’è una tendenza molto più interessante che ci piace raccontare oggi, e che ha molto a che vedere anche con gli effetti positivi della subacquea, il tema di questo numero estivo.
Di cosa parliamo? Parliamo di viaggi sub e di donne.
Eh no, niente a che vedere con percorsi spirituali o di emancipazione… almeno, non all’apparenza.
“Dal 2010, le donne che ci scelgono sono cresciute del 40% e si tratta di una crescita costante, non casuale” ci racconta Hesham Gabr, proprietario del Camel Dive Club & Hotel di Sharm El Sheikh.
Il settore dei viaggi sub non è l’unico a riportare dati in crescita sul numero delle viaggiatrici: vacanze in bici, in montagna e l’escursionismo in genere registrano in tutta Europa un aumento costante, ora ulteriormente favorito dalla situazione pandemica che spinge a spostarsi prediligendo attività all’aria -o all’acqua- aperta.
Sembra proprio essere così, e sono proprio le donne a raccontarcelo di più. Dopo i lockdown a cui tutti abbiamo dovuto sottoporci, la voglia di stare all’aperto non è più solo una questione di sicurezza, ma una necessità mentale e fisica vera e propria. La subacquea, più di altre attività che si possono praticare in vacanza, consente di unirsi totalmente con l’ambiente circostante, facendosi accogliere in un abbraccio liquido dove ci si sente al sicuro, dove non c’è bisogno di competere, ma solo di sentirsi a proprio agio, ogni immersione sempre un po’ di più.
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