Articolo di Ivan Lucherini
L’archeologia subacquea ha avuto nel corso dei decenni successivi alla fine della seconda guerra mondiale, uno sviluppo parallelo a quello della subacquea ricreativa. Molti subacquei ricorderanno le estati quando i giornali titolavano di mirabilanti scoperte e recuperi di incredibile valore. Basti per tutti citare il recupero dei bronzi di Riace avvenuto dopo la loro scoperta effettuata da un subacqueo ricreativo di Roma il 16 agosto 1972. Stefano Mariottini, questo il suo nome, su un fondale di circa 8/10 metri, distante forse 300 metri dalla costa, nel mare Ionio prospiciente la località di Riace smosse la sabbia e si rivelarono i resti delle due statue. Mariottini non poteva sapere, in quel momento, di aver fatto una scoperta eccezionale: aveva riportato alla luce e all’attenzione dei media due statue bronzee, quelle stesse statue che, in seguito, furono conosciute nel mondo come i Bronzi di Riace.
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