L’Estate 2018 è stato l’anno del grande ritorno -e della scoperta- di Sharm El Sheikh per molti sub italiani, che si sono immersi insieme ai tanti provenienti da Germania, Svizzera, Austria, Inghilterra, Spagna, Danimarca, Norvegia, Olanda, Belgio, Polonia, Ucraina, Turchia e così via.
Sharm è la meta del Mar Rosso preferita dai sub italiani, non solo grazie ai colori del suo mare, ma anche per la sua ricca offerta di attrazioni e strutture turistiche.
Circa 50 anni fa, invece, era solo un piccolo villaggio di pescatori beduini e qualche subacqueo avventuroso; il turismo fu introdotto infatti dagli israeliani solo nei primi anni ’70.
Alcuni di quei primi sub avventurosi che approdarono a Naama Bay si trovano qui ancora oggi. Tra questi Rolf Schmidt, fondatore tedesco di Sinai Divers, e Hesham Gabr, egiziano, fondatore del Camel Dive Club & Hotel.
“Nel 1974 il nostro club subacqueo organizzò un viaggio in Sinai, allora ancora sotto l’occupazione israeliana. Facemmo la costa con dei van VolksWagen, portandoci dietro tutto: compressori, bombole, attrezzature. Passando per Sharm arrivammo a Ras Mohammed. Ci piacque da pazzi ed io e mia moglie alla fine ci stabilimmo qui. Sharm, per noi, è casa”, racconta Rolf su DAN Alert Diver.
Gli fa eco Hesham Gabr, fondatore del Camel Dive Club & Hotel: “Sono arrivato a Sharm quando avevo 21 anni, nell’82, ed ero uno studente di Antropologia all’Università americana del Cairo.”
I primi, pochi sub che arrivavano in vacanza allora erano, a loro volta, dei pionieri; oltre ai centri immersioni, erano presenti infatti solo 2 hotel: gli attuali Helnan Marina e il Moevenpick Jolie Ville.
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