La Sicilia, presidiata dai suoi arcipelaghi che la circondano quasi come dei pianeti attorno al Sole, si contraddistingue, fra l’altro, per una interessante e quasi unica peculiarità: la vasta presenza di “isole sommerse”, a volte impropriamente definite secche, le quali, ognuna con proprie eterogenee caratteristiche, si differenziano per varietà e specie di esseri viventi.
In tale scenario, fra i nostri percorsi esplorativi, avevamo da tempo pianificato di conoscere e contribuire a divulgare a beneficio della comunità subacquea uno di quei siti che, per lo stato naturale in cui si trova, deve considerarsi, a nostro modesto avviso, meritevole di adeguata protezione e salvaguardia a cura delle Autorità all’uopo preposte.
Ci riferiamo alla Secca della Formica, “isola sommersa” situata a circa un miglio a nord-est dal caratteristico borgo marinaro di Porticello, frazione della città di Santa Flavia in provincia di Palermo.
ll borgo, che si raggiunge facilmente dall’Autostrada Palermo – Catania con uscita a Casteldaccia sulla Strada Statale 113, deve la sua origine ed il successivo sviluppo all’attività della pesca del tonno legata alle tonnare di Solanto e Sant’Elia.
Non è casuale la scelta del sito da parte dei primi abitanti, giacché questo tratto di costa si presentava “frastagliato a formare caldi anfratti pescosi e spontanei rifugi per gli uomini e le loro attrezzature”.
La flotta peschereccia di Porticello, fra l’altro, è seconda in Sicilia solo a quella di Mazara del Vallo ed esercita la pesca locale e ravvicinata in un tratto di costa articolato in numerose baie, cale ed insenature, tra i più attraenti dell’intera Isola.
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