Un occhiata di sole mi accieca in questo momento, eppure fino a cinque minuti fa la pioggia era battente.
La nostra barca ha da poco mollato gli ormeggi. È mattino presto. La marea è bassa, oltre 2.4m sotto il livello zero. Il Pontoon oggi è da percorrere in discesa per caricare tutte le attrezzature. Tra trenta minuti circa saremo all’uscita del Loch, la laguna che separa il nostro attracco dall’Oceano Atlantico.
Le onde sono alte poco meno di un paio di metri, il vento soffia a 15 nodi, condizioni “normali” o quanto meno accettate per uscire sui relitti.
SS LAURENTIC
Tutti i subacquei hanno pensato almeno una volta di immergersi su un relitto che contenga un tesoro. Eccolo servito.
350 milioni di dollari in lingotti d’oro era il valore a bordo che è stato recuperato in toto nei decenni scorsi, restano perduti sul fondale circa una dozzina di tavelle dorate. Già, ma dove? Il relitto lungo oltre 200m è completamente sfasciato a causa delle due mine che ne hanno causato l’affondamento.
L’SS Laurentic era una lussuosa nave che effettuava trasporto passeggeri dalla Gran Bretagna al Canada acquistata dalla compagnia White Star Line che ne cambio il nome da Alberta in Laurentic. Allo scoppio della Grande Guerra la nave fu trattenuta in Canada e armata con pezzi d’artiglieria di tutto rispetto. L’elegante trasporto passeggeri con scarpe in vernice lasciò quindi il passo agli stivali delle truppe.
354 furono le vittime di quella tragica notte, quando il 25 gennaio 1917, la nave affondò. Molti morirono per il freddo subito a bordo delle scialuppe, altri nello scoppio delle mine e la maggior parte delle persone imbarcate morirono congelate nelle ghiacciate acque invernali dell’Atlantico. È innegabile che immergersi qui abbia un significato storico ma anche umano assai rilevante.
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