Non molto tempo fa mi è arrivata una telefonata da un giovane che avevo conosciuto qualche anno prima in occasione di un acquisto di materiale subacqueo. Dopo qualche parola di convenevoli, con qualche complimento sulla mia attività fotografica e su alcuni scatti in particolare, mi incomincia ad esporre il progetto che aveva recentemente realizzato e per il quale aveva già ottenuto un prestigioso premio dalla Coldiretti per l’innovazione: José Amici, questo il suo nome, titolare e gestore insieme alla famiglia di due agriturismi uno a Genzano (il “Monte Due Torri”) e uno ad Ariccia (“Il Borgo”).
José aveva pensato di unire la sua grande passione per la subacquea con un’attività inerente alla sua attività di imprenditore: la produzione e la successiva commercializzazione di un vino conservato, per un certo periodo sotto alcuni metri di acqua, in un microclima particolare ed a temperatura costante, nel fondo del lago di Nemi. Non voglio certo entrare nel merito e descrivere le ragioni di questa scelta ma fatto sta che il sistema sembrava funzionare. Così dopo questa introduzione mi chiede se, naturalmente dietro compenso, potessi realizzare per ragioni pubblicitarie e di documentazione alcune foto della sua “cantina” sommersa e qualcun’altra nelle grotte di una risorgenza di un fiume dove aveva in progetto di realizzarne una seconda.
Ad un primo istante sono rimasto piuttosto basito, non tanto per la richiesta in sé, quanto per l’oggetto della richiesta: fotografare una gabbia di metallo? delle bottiglie? Non era certo il mio genere!
Non mi ero certo sentito offeso, anzi! Ma ho sempre avuto un grande rispetto per le “professionalità”, non ci si inventa virologi perché si leggono due notizie sulle mutazioni genetiche su Wikipedia e così per tutte le attività che necessitano studio e pratica.
Realizzare foto subacquee naturalistiche, per quanto belle e affascinanti possano riuscire, non significa essere un fotografo pubblicitario. Scattare foto che siano adatte a promuovere e commercializzare un prodotto è ben altra cosa che fotografare delle rane in accoppiamento o un polpo che dorme dentro una conchiglia. Certo, qualcuno potrebbe dire che il concetto di bellezza è universale e forse è vero, ma sicuramente non lo è la tecnica, che cambia radicalmente da soggetto a soggetto, da ambiente ad ambiente. Una cosa è gestire, ad esempio le luci di due flash, altro è mettere su un set fotografico da studio con pannelli riflettenti, luci di contrasto e quant’altro. Come ogni cosa, per farla bene, ci vuole esperienza, spesso accompagnata da molti tentativi prima di ottenere un risultato accettabile.
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