“Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina” (Sant’Agostino)
Di Massimo Boyer
I grandi Naturalisti dell’800, come Alfred Russel Wallace e Charles Darwin, furono anche grandi viaggiatori. Il primo lavorò a lungo nella foresta amazzonica, dove arrivò prima di Darwin (al quale andranno in seguito tutti i meriti della scoperta) ad una teoria dell’evoluzione basata sulla selezione naturale. In seguito, studiando la fauna delle isole indonesiane, teorizzò la linea che ancora porta il suo nome, separazione tra la fauna di origine asiatica e quella australiana. Del secondo resterà famosa la crociera attorno al mondo a bordo della nave Beagle, la teoria, ancora attuale, sulla genesi delle barriere coralline e la già citata teoria dell’evoluzione, che prese corpo mentre il naturalista osservava le molteplici forme dei fringuelli delle Galapagos.
Sono passati secoli. Il viaggio è diventato un’esperienza alla portata di tutti, molto più semplice e veloce. Grazie ai voli di linea ci addormentiamo in Europa (almeno chi è capace di dormire su sedili sempre più stretti) per risvegliarci in America o in estremo Oriente. Abbiamo perso il piacere dello spostamento, del viaggio inteso come movimento da A a B (con tutto quello che c’è in mezzo), guadagnando la possibilità di compiere in tempi brevi spostamenti a grande raggio. Ormai conta solo arrivare a B.
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