L’identità di una nave mercantile ungherese, affondata nel corso della Prima Guerra Mondiale lungo la costa albanese, svelata grazie al riconoscimento dello stemma della società armatrice, rappresentato su piatti e bottiglie venute alla luce dai resti del relitto.
Nell’ambito di una serie di immersioni lungo le coste albanesi, svolte ad agosto 2013 con alcuni istruttori e subacquei IANTD dell’associazione Acquelibere Sub Padova e battezzate con il nome di “Albania Shipwreck Exploration”, esplorai il relitto di una nave affondata a due miglia dal porto di Durazzo, senza però conoscerne l’identità.
In quell’occasione, incontrammo scarsa visibilità e ciò non agevolò il nostro obbiettivo di raccolta di documentazione fotografica del relitto. Al termine dell’immersione, tuttavia, trovammo sul fondo una bottiglia di vetro e un piatto di ceramica, entrambi marchiati con uno stemma rappresentato dalle lettere U e C, ai lati di un’ancora.
La vicenda incominciava a farsi interessante e così, al rientro dal viaggio in Albania, pensando che si trattasse di un relitto appartenente a una nave italiana, focalizzai l’attenzione sulla pagina internet di un interessante sito che offriva un servizio di identificazione dei marchi e delle ceramiche. Per giorni confrontai centinaia di marchi e stemmi senza risalire, tuttavia, ne ad uno stabilimento di ceramiche italiano, ne a una compagnia di navigazione, che mi avrebbero consentito di risalire all’identità della nave.
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