Carassius carassius è il nome scientifico del carassio, pesce d’acqua dolce originario dei fiumi dell’Asia e dell’Europa Centrale, presente nelle nostre acque interne dove è stato introdotto per le gare di pesca.
Si è trovato bene, d’altra parte si trova bene dappertutto, potendo sopravvivere a bassissime concentrazioni di ossigeno, che ucciderebbero qualsiasi altro pesce. E invece il carassio sopravvive, anche in stagni e pozze completamente ferme.
Si nutre di qualsiasi cosa, dal detrito di origine vegetale a insetti e larve. L’adulto è tozzo, con pinna dorsale alta. Si distingue dalla carpa per la mancanza dei barbigli, per il resto le due specie sono molto simili, addirittura possono dare origine a ibridi.
La livrea è variabile, solitamente giallo-oro più o meno carico, con riflessi metallici sul dorso. Le pinne sono sfumate di rosso. Il carassio può raggiungere una lunghezza massima di 45 cm per 1,5 kg di peso, tuttavia la taglia media risulta variabile tra i 20-30 cm di lunghezza per 3-4 hg di peso.
Abbocca a qualsiasi esca, e questo lo rende preda ambita nelle gare di pesca, molto meno ambito da chi pesca per mangiare, perché da un lato rende impossibile la cattura di pesci più timidi, come la carpa o la tinca, e dall’altro è pieno di spine e ha gusto di fango, insomma è pochissimo apprezzato come cibo (mentre in Polonia, Russia e in Asia viene mangiato).
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