Uno dei primi studi approfonditi sul materiale genetico dello squalo bianco, pubblicato in BMC Genomics, mette in rilievo una caratteristica abbastanza sorprendente:
le proteine che governano il metabolismo negli squali sono abbastanza simili alle nostre, e c’è maggior somiglianza tra noi e gli squali che tra noi e i pesci ossei o tra squali e pesci ossei.
Notizia strana, che fa pensare. Da un punto di vista evolutivo dovrebbe essere maggiore la somiglianza tra noi e i pesci ossei, e ancora maggiore quella tra pesci ossei e pesci cartilaginei, ma evidentemente dobbiamo un poco rivedere le nostre idee sul legame tra la composizione delle proteine e l’evoluzione.
D’altra parte, in effetti ci sono molti elementi metabolici e comportamentali che ci avvicinano agli squali più che ai pesci ossei: la regolazione della temperatura corporea, la durata della vita e dello sviluppo, la lunghezza della gravidanza. Così come è innegabile una distanza evolutiva enorme, gli squali esistono, molto simili alle forme attuali, da centinaia di milioni di anni.
Insomma, una di quelle notizie che aprono più domande di quante ne risolvano. Mi piace chiudere con un pensiero alle leggende dell’uomo-squalo della tradizione hawaiana, Nanaue. Chi era Nanaue? Uomini e squali possono essere affini? Sono alcune delle domande a cui troverete un tentativo di dare risposta nel mio romanzo, Scilla.
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