Nel 1986, quando iniziai a immergermi con le bombole dopo un lungo rodaggio da apneista, mi ritrovai a sostare, senza rendermene conto più di tanto, alla stazione di ricarica a.r.a.
in attesa che mi venissero riempite quelle bottiglie d’acciaio che mi avrebbero poi consentito di restare immerso a godere degli spettacoli naturali che il Mediterraneo poteva offrirmi. Le attese con il suono del compressore furono presto interrotte da una serie di chiacchierate con altri subacquei; parlando del più e del meno, scoprii di avere a disposizione ambienti e fondali molto più belli e interessanti di quanto all’epoca potessi immaginare, proprio vicino casa.
Lo stesso titolare della stazione di ricarica, poi diventato un amico, mi suggerì il percorso da seguire per avvicinarmi a un imponente bastione di roccia alto più di venti metri, poggiato sul fondale di Scilla proprio di fronte la rupe con sopra il suo castello. L’immersione mi avrebbe condotto alla scoperta delle famose gorgonie che, da novello fotosub, dovevo ancora conoscere.
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