Dive plan: l’evoluzione

Plan the dive and dive the plan”: questo mantra  per lunghi anni ha seguito la nostra carriera di sub.

Oggi la maggioranza dei sub ricreativi ha perso l’abitudine alla pianificazione, sono i tecnici che passano più tempo a programmare la loro immersione. E anche nella tecnica i metodi si sono evoluti con la tecnologia e le attrezzature. Come?

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All’inizio dell’immersione tecnica l’unica possibilità era preparare un piano di decompressione usando tabelle pre-generate. Anzi, all’inizio neppure queste erano disponibili per tutti, e si lavorava con tabelle commerciali o direttamente con i ricercatori. Il programma era trascritto su una lavagnetta, con tappe di deco e tempi prefissati. Il carico per il sistema nervoso centrale (CNS) e le unità di tossicità dell’ossigeno (OTU) erano calcolati a mano. Per ogni fase dell’immersione bisognava calcolare il consumo, con l’uso della regola dei terzi per avere una riserva.

Si preparavano anche piani di riserva, per chi avesse ecceduto profondità massima, tempo o entrambi; e piani di emergenza nel caso di perdita del gas decompressivo.

Per l’articolo completo leggete Scubazone 42

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