Arriviamo alle 10, e come al solito Nico è puntuale e ansioso di arrivare al parcheggio. Ci addentriamo nello stretto corridoio in modo da poter parcheggiare vicino. Prima di fare il briefing su ciò che potremmo incontrare, mostro loro ridendo la discesa che dobbiamo fare per accedere alla miniera. Sento già i sospiri: dobbiamo scendere qui e risalire più tardi? Sarà una lotta.
Dopo il briefing, carichiamo tutto in sacche da speleo per facilitare il trasporto. L’accesso alla miniera è attraverso una ripida discesa, per la quale usiamo una corda, che soprattutto più tardi faciliterà la scalata. C’è molta spazzatura laggiù, anche se due anni fa hanno rimosso due container di rifiuti, ma si possono ancora vedere i resti, pneumatici di auto, frigoriferi che sono stati scaricati qui in passato. Anche una piccola auto è stata abbandonata qui sotto.
Dopo qualche giro su e giù per la collina, siamo pronti a cambiarci e ad indossare le mute.
Ci vestiamo sul bordo dell’acqua. S-drill, ripassiamo la nostra immersione e le nostre teste scompaiono sott’acqua per il controllo della pesata. Ci immergiamo in 1 squadra di 3 subacquei.
I corridoi sono grandi e l’acqua è molto limpida, la visibilità è perfetta. Dopo circa 50 metri arriviamo ad un bivio, qui prendo a destra..
Passiamo alcuni resti come una grande ruota. Mi metto in posa, in modo da poter fare qualche foto. Poi continuiamo lungo il corridoio, qua e là mi giro per fare una foto e controllare che tutto sia a posto con la squadra, soprattutto perché sono qui per la prima volta. Ci fermiamo davanti a una familiare carrucola appesa al soffitto. È inimmaginabile come la gente trasportasse le pietre quassù.
Dopo circa 30 minuti, torniamo all’uscita: le belle parole e la meraviglia si sprecano.
Articolo completo su Scubazone 61
Lascia un commento