Dopo il rientro delle proprie navi in Australia a conclusione della decima Campagna antartica, Sea Shepherd non avrebbe potuto aspettarsi un riconoscimento migliore della sentenza emessa dalla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia sul caso Australia vs Giappone.
La Corte ha dichiarato con sentenza inappellabile che le attività di baleneria del Giappone in Oceano del Sud, condotte sulla base del Programma JARPA II, non sono a scopo scientifico.
Il Programma “a scopo scientifico” JARPA II deve, quindi, essere interrotto e i relativi permessi emessi dal governo giapponese dovranno essere revocati.
Dopo 10 anni di azione diretta in Oceano del Sud a protezione delle balene, un grande lavoro di documentazione video-fotografico, le dichiarazioni pubbliche sulla palese illegalità delle operazioni “falsamente scientifiche” del Giappone in un Santuario dei Cetacei, l’informazione e la conoscenza diffusa in tutto il mondo sull’illegale uccisione di creature protette e a rischio estinzione in un delicato ecosistema e la costante pressione esercitata sui governi del mondo e sul governo Australiano, Sea Shepherd ha finalmente visto avallato e legalmente riconosciuto il suo incessante ed implacabile lavoro a tutela delle balene e delle leggi internazionali conservazioniste.
Il massimo organo di giurisdizione internazionale ha riconosciuto la validità delle richieste dell’Australia e di ciò che Sea Shepherd ha sempre sostenuto: la illegalità del Programma scientifico del governo giapponese.
Una storica vittoria per le balene, per Sea Shepherd e per il Capitano Paul Watson che ha dedicato la sua intera esistenza a combattere i bracconieri di fauna marina negli Oceani del mondo.
La Corte ha finalmente sancito inequivocabilmente di fronte alla comunità internazionale chi sono i veri “terroristi” dell’Oceano del Sud: i balenieri giapponesi.
Lascia un commento