Alla ricerca del colore perduto e… la mia prima corrida!

Quando all’inizio degli anni ’80 cominciai a dedicarmi alla subacquea, alimentavo la mia passione leggendo numerose riviste ricche di fotografie: i pesci e le barriere coralline avevano colori vivaci e brillanti: esattamente quanto non vedevo l’ora di riprodurre personalmente!

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Quando mi immersi però rimasi deluso scoprendo che, già a pochi metri dalla superficie, la magia dei colori svaniva e tutto diventava di un verdognolo grigiastro…….un vero problema per me che volevo riprodurre i colori reali nelle mie foto e riprese così da potermeli godere anche una volta all’asciutto!

L’acqua è circa 800 volte più densa dell’aria ed assorbe la luce in modo estremamente veloce. Per questo più a fondo ci si immerge e più i colori diventano insaturi ed appaiono sempre più spenti. Alcuni svaniscono più velocemente di altri ma, grazie alla nostra incredibile capacità mnemonica, “vediamo” colori che nemmeno la realtà o la configurazione standard di una fotocamera o di una videocamera permetterebbero mai. Una delle esperienze più diffuse fra i video-fotosub alle prime armi, è entusiasmarsi durante l’immersione per poi rimanere delusi quando, riemersi, riguardano i propri scatti o i propri video: le macchine, infatti, non avendo le stesse capacità del cervello umano, si limitano a registrare le cose come sono senza “aggiungere” il background mnemonico.

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