Al primo cenno della guida, che ci precede sott’acqua, aziono la valvola di svuotamento del giubbino per raggiungere il fondale. Colonne di bolle d’aria tracciano la discesa dei miei compagni di immersione: un gruppo eterogeneo di turisti appassionati di archeologia subacquea. Alcuni provengono dal Giappone, altri dagli Stati Uniti, una coppia è italiana, e Günter, che mi è stato assegnato dal centro escursioni perché ancora inesperto, è originario del nord della Germania.
Mi appare subito evidente che avrò non poche difficoltà nel godermi l’esplorazione sottomarina, perché il tedesco, di cui mio malgrado sono responsabile, fatica a trovare l’assetto e continua a salire e ricadere sul fondo in un incessante andirivieni. Nonostante i suoi goffi tentativi, ha l’aria divertita, perciò prometto a me stesso che mi limiterò a tenerlo d’occhio cercando di non lasciarmi coinvolgere troppo. L’ambiente lagunare già di per sé offre scarsa visibilità e non ho intenzione di concedere a un principiante il lusso di rovinarmi la giornata.
Cerco di non pensare a Günter e abbasso lo sguardo. Il suolo è perfettamente pianeggiante e in ottimo stato di conservazione. Riesco a scorgere, sotto a un sottile strato di sabbia, la pavimentazione, su cui si delinea un disegno geometrico bianco. Di fronte a me appare la base del campanile, che si innalza oltre la superficie del mare e sulla cui parete esterna, solo qualche minuto prima, il gestore del centro immersioni ha attraccato l’imbarcazione che ci trasportava.
Non appena la guida inizia a pinneggiare, faccio segno a Günter di seguirla. Tra i mattoni rossi del campanile, in parte erosi dall’acqua e dalla salsedine, ha trovato riparo una schiera di mitili e una lanugine di alghe giallastre ha coperto parte della struttura. Notato su di essa l’ampio pettine di alcune gorgonie, Günter allarga le braccia sorpreso mentre sale verso l’alto senza accorgersene. Gli suggerisco con un gesto di aggiustare il giubbetto, che è evidentemente troppo gonfio, e raggiungo gli altri sub, nel frattempo già distanti. Günter agita le gambe in modo sgraziato, ma riesce miracolosamente nell’intento di seguirmi.
L’acqua è verde bottiglia e il mio compagno urta il fondale con le pinne.
Articolo completo su ScubaZone 57
Lascia un commento