Nel mondo sub la località Calafuria evoca sentimenti di apprezzamento e riverenza; posta a sud della Città di Livorno lungo l’Aurelia che porta a Castiglioncello; si caratterizza per un ambiente particolarmente ricco di vita sia bentonica che pelagica nonché di una biodiversità notevole, malgrado la poca considerazione in termini di rispetto ambientale che gli viene riservata.
Ciò che la caratterizza maggiormente è sicuramente la presenza di numerose colonie di corallo rosso (corallium rubrum) già da 15-18 mt di profondità fino ai 36-38 mt dell’ultimo ciglio; falesie che corrono parallele alla costa fino alle Secche di Vada.
Corallium rubrum ovvero il “famoso” corallo rosso, ottocorallo della famiglia corallidae conosciuto ed apprezzato fin dall’antichità. Secondo Ovidio il corallo rosso ha avuto origine quando Perseo decapitò la Medusa (figura mitologica), il cui sangue al contatto con l’acqua si pietrifico dando vita al corallo.
Pescato da oltre 2000 anni, commercializzato e lavorato fin dall’antichità per la creazione di gioielli e monili. Nel corso degli anni gli furono attribuiti poteri di protezione, come ad esempio amuleto contro il malocchio.
I maggiori centri di lavorazione del nostro paese sono stati Trapani e Torre del Greco; quest’ultima continua ad avere, ancor oggi, una posizione predominante nella lavorazione del prezioso materiale.
Grazie a delle leggi speciali dei Medici, la città di Livorno nel XVI secolo era diventata uno dei centri più importanti per il commercio e la lavorazione del corallo rosso del mediterraneo; tale posizione si ridimensionerà nel XIX secolo quando Torre del Greco ne assumerà il predominio.
A Calafuria, fra Antignano e il Romito, sulla falesia da 200 a 600 m dalla costa, il corallo rosso, raggiunge densità elevata fin da pochi metri dalla superficie. Da studi fatti dell’Università di Pisa, sembra che la popolazione di Calafuria sia autoalimentata e indipendente da altre popolazioni limitrofe. Normalmente si trova nelle cavità della falesia e in zone poco illuminate.
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