Su scubazone n. 50, a pag 50, nell’articolo “Intervista con i primatisti”, abbiamo scritto che Luca Pedrali detiene il record italiano per l’immersione più profonda in grotta, al sifone terminale a quota meno 1362 metri all’Abisso Roversi, in alpi Apuane (2014).
Il lettore Matteo Rivadossi ci segnala gentilmente che in realtà la profondità reale della grotta, in termini geografici, è di -1260 m. 1362 m è il dislivello effettivamente percorso nel record, dislivello che considera anche una risalita intermedia di 100 m. Matteo Rivadossi si qualifica come esploratore e topografo della grotta fino al sifone terminale posto a -1250.
Da segnalare che talvolta il termine “dislivello” viene sostituito con “profondità”. Ma in nessun caso tale dato può essere anticipato dal segno meno (o più) davanti.
Scubazone dà spazio a tutte le opinioni e cerca di evitare confusioni, per amore di precisione. Senza con questo voler togliere nulla al valore eccezionale dell’impresa di Pedrali, pubblichiamo la precisazione, scusandoci per l’imprecisione.
Che ne pensate? Lasciate le vostre opinioni nei commenti
matteo rivadossi
Buongiorno signori, non ci siamo ancora: errata pure l’errata corrige.
Per inciso il dislivello superato da Pedrali è di -1260m e non 1360!
Avendo esso percorso in discesa dalla soglia d’ingresso al fondo (-1260 m) senza percorrere il dislivello positivo di +100 metri!
1360 metri, senza nessun segno meno, è il dislivello totale della grotta, aumentato di soli 10 metri rispetto al precedente di 1350 dopo la tanto decantata immersione.
Evitando di commentare chi ha gridato al record per questi 10 metri aggiunti, ritengo doveroso precisare questi dati spelometrici e geografici.
Grazie per l’attenzione
Matteo Rivadossi
T.
“1362 m è il dislivello effettivamente percorso nel record.” ……Falso!
Per quale motivo c’è bisogno di riportare un dato inesatto per la seconda volta? Se non per mancanza di onestà verso il mondo della speleologia, dell’esplorazione, della topografia e della cultura?
Il signor Pedrali è entrato nella grotta a quota 0 per poi raggiungere la profondità di -1250 mt, quindi è falso dire che ha percorso 1350 mt (perché per sua stessa dichiarazione non ha fatto la risalita di 100 mt che da quota 0 porta a +100, per poi scendere al sifone terminale della grotta).
Quindi l’unica cosa corretta da leggere è che il dislivello complessivo della grotta è 1350 (+100/-1250), che l’immersione è stata fatta alla quota di -1250 mt dall’ingresso della grotta, che il dislivello fatto dal sig. Pedrali è di 1250 mt a cui si aggiungono i dieci metri esplorati e che portano la grotta alla profondità di -1260 metri.
Sarebbe bello leggere una errate corrige corretta.
Max Pozzo
Sono pienamente d’accordo con i due commenti di rilasciati da T. e da Matteo Rivadossi.
Purtroppo il sig. Pedrali ha rilasciato dichiarazioni false, o comunque inesatte, alla Vostra intervista. Nessuno vuole smentire il fatto concreto, ovvero l’immersione in un sifone posto nel tratto terminale della grotta citata. Ma il sifone si trova alla profondità di -1250 metri e quindi non corrisponde a nessun tipo di record, né come speleosub, né come speleologo. Oltretutto, il tratto di cavità sommersa che dovrebbe sancire “il record” non é nemmeno stato misurato o topografato, e quindi non credo siano ritenute valide delle immagini video nemmeno a sancire i 6 metri di ulteriore profondità dichiarati sott’acqua dallo stesso.
Dal momento ScubaZone si occupa di informazione ed é evidente che vuole mantenere un certo livello di serietà e attendibilità, e visto che quando si parla di primati le informazioni é sempre bene che siano ESATTE, chiedo cortesemente di correggere anche l’errata corrige, nel rispetto dell’articolo proposto e di chi ha mandato un’errata corrige.
Il fatto poi che le persone si autoproclamino da sole con il titolo di recordman, pur non potendolo dimostrare, lascia spazio ad ulteriori commenti circa la “malattia di protagonismo” esplosa dopo l’avvento dei social: ma i record, per essere tali, non vengono sanciti da qualche commissione o giuria? possibile che un giornalista non vada a controllare in maniera approfondita? (eliminando logicamente il wall dell’intervistato)…o é sufficiente rilasciare interviste e dire ciò che si vuole come se tutto fosse facebook?
Cordiali saluti