Scrivere sott’acqua? In fondo noi biologi lo abbiamo sempre fatto, ed è una parte molto importante del nostro lavoro.
Teniamo presente che, volere o no, sott’acqua per l’effetto dell’azoto respirato sotto pressione siamo tutti un poco più stupidi. Anche fuori dell’acqua, se facciamo delle osservazioni interessanti ci insegnano che è meglio scriverle, annotarle, anche in fretta perché se non scriviamo tutto a fin giornata ci dimenticheremo molte cose importanti. Figuriamoci se aggiungiamo anche un pochino di effetto Martini.
Osserviamo un fenomeno interessante, una specie sconosciuta, un comportamento mai visto prima? Una breve annotazione, magari accompagnata da uno schizzo, ci aiuterà a ricordarlo e a ricostruirlo. Già, uno schizzo aiuta molto la memoria. Non c’è bisogno di essere Giotto. Vediamo un pesce mai visto prima, con una macchia in posizione particolare? In un attimo il profilo del pesce è schizzato sul foglio, con la sua macchia nella posizione corretta, con cui andremo poi, all’asciutto, a sfogliare libri e siti web.
Non siete biologi? Non importa, tutti possono avere il desiderio di ricordare, di fissare in due parole e un veloce disegno le nostre osservazioni. Non tutti siamo fotosub, ma in cambio tutti facciamo osservazioni interessanti, che non è facile comunicare sott’acqua al nostro buddy o memorizzare nel dettaglio. La memoria dura poco (mannaggia, cosa volevo dirti?), una annotazione rimane.
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