Substrati viventi

Dopo lunghi anni di immersioni e ore ed ore di osservazione naturalistica sott’acqua ti rendi conto di cose altrimenti inimmaginabili. Come ben sappiamo, sott’acqua son presenti, adagiati sul fondo ma anche sospesi nel blu, numerosi oggetti di provenienza umana.

Si va dai relitti di navi, aerei, imbarcazioni di ogni tipo, autovetture, a tutta una serie di attrezzi da pesca abbandonati o a molti resti delle attività umane che, per incuria, finiscono prima nei fiumi e poi a mare, se non direttamente a mare. Tutti questi elementi di provenienza terrestre, inglobati dalle acque e spariti alla vista di noi animali terrestri una volta per sempre, vanno a creare un “mondo sommerso” particolare, molto interessante e biologicamente unico. Se togliamo dal novero di questi oggetti ciò che risulta inquinante per le acque, possiamo affermare con assoluta certezza che molti di questi relitti, piccoli o grandi, diventano parte integrante degli ecosistemi sommersi.

Turano (12)rid

I miei studi sulla colonizzazione dei diversi substrati opera dell’uomo finiti in fondo al mare mi hanno portato a conclusioni che a volte rasentano l’incredibile. In ogni angolo di Mediterraneo accade che una semplice carcassa di un elettrodomestico casalingo o anche un qualsiasi oggetto metallico, che può essere una bicicletta o un’autovettura, diventi in poco tempo oasi di vita grazie alla capacità del mare di offrire spontaneamente e naturalmente quella che si definisce colonizzazione del substrato.  Assistere al processo di colonizzazione dei diversi tipi di substrato in natura, giorno per giorno, ci pone dinnanzi a fatti che testimoniano come si svolge la vita nel mare e con che forza il tutto avviene magicamente sotto i nostri occhi.

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