Questa volta voglio raccontarvi una piccola storia. Piccola solo perché riguarda una bambina, perché, per il resto, piccola non è.
Clarissa ha cinque anni e qualche settimana fa è stata per la prima volta in crociera alle Maldive.
Erano mesi che si preparava a questo viaggio. La sera la sua mamma le leggeva racconti sul mare e aveva visto almeno un centinaio di volte i film Alla ricerca di Nemo e Shark tale. Insomma, era preparatissima sulla vita di barca, sui pesci e persino sugli squali che, come aveva visto in Shark tale, non sono poi così cattivi. All’arrivo, però, l’entusiasmo ha ceduto il posto alla paura. Il mare è grande e blu, tanto blu. Finchè si sta in barca tutto bene. Tutto bene anche quando intravedeva i suoi piedini attraverso l’acqua limpida. Tutto bene anche se stava seduta sulla spiaggia. Tutto bene se faceva castelli di sabbia, Tutto bene se raccoglieva frammenti di conchiglia. Tutto bene se i paguri le facevano il solletico sul palmo della mano. Ma se si trattava di mettere la maschera e spingersi fino al reef, niente da fare. Lì c’era un mondo sconosciuto e lei non ne voleva proprio sapere. Eppure prima di partire aveva voluto a tutti costi le pinne, la maschera e lo snorkel personali che se ne rimanevano all’asciutto in cabina.
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