Il tritone, tromba dell’antichità

Quando vidi la prima volta il tritone sott’acqua, fu un colpo al cuore, non credevo ai miei occhi: dall’alto, distinguevo solo il profilo della conchiglia, poiché il suo colore e le sue incrostazioni la rendevano perfettamente uguale al coralligeno circostante.

La mente fece un tuffo nel passato, quando la conchiglia del tritone era usata tipo un corno, come strumento musicale: la cosiddetta “brogna”.

tritone

Aerofono dai richiami arcaici e mitologici particolarmente suggestivi, la conchiglia del tritone ha conservato, fino a circa 30-40 anni fa, un uso funzionale come strumento sia da segnale, in ambito lavorativo, sia rituale, nell’ambito di cerimoniali festivi.

Anticamente si suonava la brogna per annunciare l’inizio di lavori agricoli di vario genere. Una curiosità degna di nota è l’uso della brogna anche nei rituali e nelle festività; in particolare si parla di un uso paramusicale in occasione del “fistinu”, un concerto assordante che si improvvisava sotto la finestra del vedovo che si risposava. Ancora oggi si suona il tritone privato dell’apice nelle festività di Carnevale in molti luoghi della Sicilia e in genere nel cuore del Mediterraneo.

Un mollusco gasteropode con conchiglia molto importante, quindi, o per lo meno molto noto sin da tempi remoti per la sua conchiglia; un guscio che, se privo di incrostazioni, è tra l’altro molto bello sia nei colori che nella forma affusolata e slanciata. Essenzialmente mediterranea, questa specie si rinviene anche nelle regioni atlantiche adiacenti ma, per il subacqueo, l’incontro non è mai frequente, soprattutto per l’elevata profondità dell’habitat e il grande potere mimetico. Anche se poi si sono verificati molti avvistamenti in acque basse, specialmente in Grecia.

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