36°Campionato Italiano di Safari Fotosub – Bonassola 2016

safari fotosub

 

La gara si è svolta nella baia di Bonassola in un territorio molto bello dal punto di vista naturalistico ma anche molto antropizzato, dove è presente una importante stazione balneare a ridosso dell’abitato. L’area non è protetta ed è aperta a tutte le attività umane ricreative e di prelievo. Inoltre la baia presenta un’ampia spiaggia artificiale creata negli anni cinquanta dal riporto dello scavo della galleria ferroviaria. Parliamo quindi di un ambiente potenzialmente fortemente degradato. Bene!

In questa area i concorrenti qualificati alla fase finale del campionato italiano e provenienti da 9 regioni, dalla Sicilia al Friuli, hanno cacciato e fotografato ben settantasei specie diverse di pesci. Alleghiamo a questo articolo una interessante tabella che riporta tutti i dati in numero e percentuale di specie di pesci presenti loro diffusione e tipologia.

Esaminando le percentuali di diffusione e presenza nella tabella allegata si hanno due risultati se si vuole opposti se da un lato si determinano oltre trenta specie individuate da tutti i concorrenti e quindi con un’ampia diffusione nell’area dall’altro lato si evidenzia uno stato frutto del degrado e dell’invadenza antropologica delle suddette aree mostrata dalle percentuali inerenti le specie di rilevanza commerciale. Certo il fatto che ci si trovava su un area a prevalenza sabbiosa con una profondità media limitata tra i dieci e i quindici metri non agevola la presenza né di grandi predatori né di specie di passo d’altro canto il numero complessivo di specie individuate ed in particolare la presenza della quasi totalità delle specie di labridi e sparidi rappresenta un risultato di tutto rispetto per l’area. Inoltre non è mancata l’individuazione di specie “rare” o poco note come il ghiozzo isolano e il succiascoglio leopardato. Infine un ultimo dato interessante è la percentuale relativamente modesta riguardante la presenza di specie tipiche dell’habitat della sabbia. Ciò a mio parere dovuto alla natura “artificiale” della gran parte della sabbia che costituisce la baia.

L’articolo completo su ScubaZone n. 31

 

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