Il mistero del Comel, rimane ancora da svelare.
Il Monte Poieto, in Val Seriana, con i suoi 1300m non è certamente una vetta che può regalare grandi abissi. A quote così basse le zone vadose cedono il passo agli ambienti freatici, spesso occlusi da depositi fangosi o dai sifoni. La speranza ovviamente non muore mai e c’è sempre il sogno di trovare una sequenza di pozzi che da quota 1000m portano ad un fantomatico collettore a quota 400m per poi esplorare chilometri e chilometri di grandi gallerie orizzontali.
Con questa visione stampata in testa sono iniziate nel 2010 le prime battute esterne e la revisione delle cavità a catasto. Le novità, anche se non eclatanti, non si sono fatte attendere e in tutte le grotte riviste sono stati allungati i limiti esplorativi finora inviolati. Il lavoro maggiore si è reso necessario per allargare le strettoie terminali, il più delle volte in condizioni sifonanti o quasi.
Nel 2011 abbiamo disceso la Val Rovaro, con l’intento di trovare nuovi ingressi. E’ stata rilevata una nuova grotta e aggiunti diversi punti all’elenco dei lavori di disostruzione da fare nel “tempo libero”. La vera sorpresa è giunta alla fine del percorso, quando ci siamo resi conto che tutta l’acqua della Val Rovaro non proveniva dalla valle, ma da una sorgente captata a ridosso di una parete rocciosa. Ovviamente ci siamo catapultati per vedere meglio da vicino, trovando l’edificio di captazione praticamente abbandonato, con la porta aperta e la vegetazione che stava prendendo il sopravvento.
Il resto su Scubazone n.13, la vostra rivista gratuita.
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