Un giorno di metà maggio giro le chiavi del mio Wreck Van, che ultimamente è condotto sempre più spesso verso luoghi remoti e poco accessibili di grotte e miniere.
A bordo siamo soltanto in due: Matteo di Gioia (Underground Adventures) ed io.
Lungo la strada che conduce verso le terre di confine tra Italia e Svizzera, in direzione della demarcazione piemontese, scorrono paesaggi acerbi e ancora pigramente invernali.
Quest’anno la primavera tarda ad arrivare.
Lasciata l’arteria principale iniziano una serie di strade secondarie che via via si rastremano mentre passano tra i tradizionali caseggiati in pietra e legno del fondo valle.
Svolta a sinistra, le ruote percorrono gli ultimi trecento metri di asfalto, poi una sbarra bianca e rossa accompagna un divieto di transito.
Essendoci stato accordato il permesso proseguiamo oltre, sullo sterrato. Il primo pezzo è pieno di pietre e canali scavati dall’acqua e dello scioglimento delle nevi invernali. Il Wreck Van si aggrappa per quel che può e sale non senza qualche fatica.
Andando oltre, la strada passa da pietraia a sterrato erboso.
Alcuni massi di caduta arrestano il nostro avanzare. Bisogna scendere e iniziare a sollevarli lentamente per farli rotolare sul giaciglio a monte della strada.
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