Oggi si parte da Stoccolma. Qui, di nuovo mi aspetta la nave che, questa volta mia accompagnerà fino a Mariehamn, la maggiore città delle isole Åland. Una volta approdato sulle isole finlandesi sarà compiuto il mio ritorno nel Mar Baltico. Me ne sono distaccato quasi tre lustri fa, e da allora non l’ho mai scordato.
Dopo molti anni torno nel Mar Baltico non più da studente di architettura ma bensì da studente di relitti con una passione per la ruggine, caligine. E già so che ritornerò. Dopotutto i relitti altro non sono che sepolcri di equipaggi, di storie di mare o di ingegneria e manifattura navale che il Mare custodisce nel tempo.
Lascio la mia terra che si annuvola di umidità per farvi ritorno con occhi nuovi.
Nei giorni scorsi ho trovato degli appunti datati 1918. Li hi tradotti un po’ dal finlandese e un po’ dallo svedese, raccontano di una nave che dal Mar Baltico andava in Argentina e là, per tradizione del porto in cui faceva scalo, prima di salpare e attraversare nuovamente l’Oceano Atlantico l’equipaggio doveva partecipare quella che era chiamata letteralmente la: “Festa ruvida”.
Forse, se sarò fortunato, quella nave e il suo equipaggio, andrò a trovarli avvolti da quell’abbraccio adulto d’un silenzio scenico che solo le acque fredde e scure del Baltico sanno dare.
Dopotutto “l’incendio è la stagione delle tenebre bellissime”.
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