Secondo il WWF un esemplare di cernia bruna, Epinephelus marginatus, può valere 300.000 Euro.
È la specie simbolo del Mediterraneo, più della foca monaca, più della tartaruga di mare Caretta caretta. Ma è anche un caso unico di sostenibilità; la cernia bruna è un pesce enormemente più redditizio da vivo che esposto su un letto di ghiaccio.
Le Aree marine protette (AMP) di Tavolara – Capo Coda Cavallo e di Portofino, hanno deciso di quantificare il valore ricreativo di questo predatore.
Da adulta, ma si dovrebbe dire da adulto (il perché ve lo spiego tra poco) può arrivare anche ad un metro e mezzo di lunghezza. Forse la lontana parentela con Nemo, il disneyano pesce pagliaccio, forse l’iconografia mitologica ne fanno la regina dei fondali. Come tutti i sub sanno, ama gli anfratti e i fondali rocciosi. Si nutre di polpi, molluschi, crostacei e piccoli pesci. È stato dimostrato che nelle aree dove non viene cacciata non mostra eccessiva diffidenza nei confronti dell’essere umano e si fa avvicinare facilmente dai subacquei. Questo ovviamente la espone a un rischio maggiore davanti ai bracconieri.
L’opinione di Claudio Di Manao, articolo completo si Scubazone 39
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